Giuseppe Nuvolari fu Gaspero. Uno dei Mille
- Dettagli
- Categoria: Saggi
- Pubblicato Martedì, 11 Novembre 2014 09:15
- Scritto da Viviana Simonelli
Da un’agiata famiglia di grandi proprietari terrieri di Barbassolo, piccolo borgo nei pressi di Roncoferraro, nel Mantovano, il 27 febbraio 1820 (ma il giorno è controverso), da Gaspare e Francesca Mantovani, nasce Giuseppe Antonio Maria Nuvolari. Le origini familiari sono antiche e dai registri parrocchiali risulta che i Nuvolari fossero residenti nel borgo sul Mincio già dal Seicento e che avessero aumentato negli anni la loro ricchezza con acquisti di terre molto fertili, risaie e fittanze di fondi da coltivare.
Nato in una famiglia molto coesa, di stampo contadino e cresciuto in un’area geografica di rilevante valore agricolo e proto industriale, Giuseppe Nuvolari forma il suo carattere nella cultura dell’austerità, dell’autodeterminazione, dell’impegno e dell’amministrazione efficiente: principali capisaldi della mentalità produttiva degli imprenditori in Lombardia e in tutte le regioni del Nord Italia.
In quegli anni di inizio Ottocento, l’aristocrazia lombarda, anche se non aveva perso le terre, aveva altresì perduto gran parte degli atavici privilegi giuridici del censo, mentre l’alta borghesia agraria, diventata latifondista, stava crescendo in parallelo, sia per forza economica che per rinnovata identità sociale. Tra le due classi sociali comincia a profilarsi un vero conflitto di interessi.
Preti e monaci in alcuni proverbi e modi di dire dell'Italia centro-meridionale*
- Dettagli
- Categoria: Tradizioni popolari
- Pubblicato Giovedì, 03 Aprile 2014 16:59
- Scritto da Guglielmo Lützenkirchen
Caratteristico del mondo agro-pastorale è l’atteggiamento contrastante tra fede ed istituzione ecclesiastica: al tradizionale, profondo rispetto verso il divino – rappresentato da Dio, dal Cristo, dalla Madonna e dai Santi in genere – fa riscontro una decisa e molto spesso aspra contestazione del clero, quasi sempre visto, tra l’altro, come più o meno apertamente schierato dalla parte delle classi dominanti. Tale contrasto si manifesta evidente in proverbi ed in modi di dire (e,seppur più raramente, in filastrocche ed indovinelli)1, molti dei quali presentano una notevole diffusione in aree piuttosto distanti fra loro. Molto spesso fortemente anticlericali e talvolta anche violenti soprattutto nei confronti dei sacerdoti, ma mai antireligiosi2, essi hanno indubbiamente avuto origine soprattutto in quei particolarissimo momenti di incontro e di scambio costituiti dai pellegrinaggi, durante i quali non di rado potevano sorgere, da parte dei fedeli, motivi di insoddisfazione e di polemica verso quanti proprio quegli eventi religiosi si sentivano gli unici autorizzati a ‘gestire’.
"Provvedimenti per la difesa della razza italiana"
- Dettagli
- Categoria: Note
- Pubblicato Venerdì, 03 Gennaio 2014 19:25
- Scritto da storiaetradizioni.it
Il regime fascista italiano nel novembre del 1938 emana una legislazione razziale, promulgando un regio decreto composto di 29 articoli.
Due sono essenzialmente le ragioni della nuova legge: la prima indirizzare l'impegno nazionalistico verso la diffusione e propaganda di una immagine del Paese florido e pieno di vigore; la seconda consolidare la tutela della razza pura contro l'invadenza della minoranza ebraica, sottolineandone il grado di inferiorità.
Gli articoli della legge infatti evidenziano l'ossessione del regime verso le "contaminazioni razziali", nel tentativo tutto politico ed economico di costruire la nuova identità dell'uomo fascista.
Storie fuori dalla Storia: i contadini veneti di fine XIX secolo
- Dettagli
- Categoria: Saggi
- Pubblicato Mercoledì, 18 Dicembre 2013 17:38
- Scritto da Anna Malvestio
Il protagonista dell’emigrazione di massa veneta di fine XIX secolo è il mondo rurale. Prima di fare qualsiasi considerazione al riguardo, è necessario delineare brevemente la situazione in cui vivono migliaia di contadini veneti nell’Italia postunitaria. Innanzitutto, da un punto di vista sanitario, le condizioni disperate, dovute ad un’eccesiva miseria, portano alla diffusione di numerose malattie provocate dalla totale carenza di igiene: acqua putrida, case malsane e mancanza di servizi igienici. Contadini e poveri vengono per lo più colpiti da malattie ripugnanti quali la pellagra, che ha come prima manifestazione la “pelle arsa”, squamosa, provocata dal nutrirsi di quel solo cibo che dà sazietà ma non sostanza: la polenta. La scarsità di alimenti come carne, formaggio e uova, ricchi di apporti proteici e grassi, comporta un indebolimento fisico che, con il tempo, prostra al letto conducendo, nei casi peggiori, a pazzia e morte. A seguire, la tigna, che aggredisce il cuoio cappelluto; la scròfola, che lo altera; la rogna o scabbia che costringe a grattarsi fino al formarsi di vere e proprie piaghe, nonché parassiti infestanti quali pidocchi, pulci e cimici1.
Voltaire e i vampiri
- Dettagli
- Categoria: Letture
- Pubblicato Martedì, 26 Novembre 2013 12:28
- Scritto da Guglielmo Lützenkirchen
Nel corso del primo quinquennio degli anni '70 del diciottesimo secolo, Voltaire – ormai più che settuagenario – tornava al pubblico con le "Questions sur l'Encyclopédie", una monumentale raccolta di oltre quattrocento voci nelle quali trattava, con la consueta ironia, i più disparati argomenti, spaziando tra storia, religione, arte e letteratura. Non poteva mancare, fra questi, una "superstizione" che quarant'anni prima era stata oggetto di esame sia da parte di uomini di fede che di uomini di scienza, suscitando in tutta l'Europa del tempo appassionate discussioni e interminabili polemiche: la convinzione popolare dell'esistenza dei vampiri.
Un “nuovo male", non troppo nuovo
- Dettagli
- Categoria: Note
- Pubblicato Martedì, 15 Ottobre 2013 16:47
- Scritto da Guglielmo Lützenkirchen
Sulle prime potrà apparire come un confronto per scoprire le eventuali discordanze tra le trascrizioni di uno stesso testo: in realtà si tratta di una tanto palese quanto maldestra triplice operazione di copia/incolla/non citare, effettuata piuttosto di recente per 'confezionare' una tesi di laurea che avrebbe portato la sua (parziale) autrice a fregiarsi del titolo accademico, a presentare poi pubblicamente il suo lavoro (ingannando, si suppone, anche gli ignari relatori) e infine a diffonderlo con evidente orgoglio in rete [http://www.sandonatoripacandida.net/public/Nole_SanDonato.pdf], anziché abbandonarlo in pietoso ma prudente oblìo su qualche scaffale dell'Università degli Studi della Basilicata.
“Il Circondario di Frosinone” o l’araba fenice
- Dettagli
- Categoria: Note
- Pubblicato Venerdì, 09 Agosto 2013 14:24
- Scritto da Guglielmo Lützenkirchen
Quando, nel 1999, abbozzai una breve introduzione a "Il tempo della raja" di Emilio Cantagallo e Loretana Bianchi, ebbi occasione di imbattermi in un testo ottocentesco che a mio avviso ben 'fotografava' le disperate condizioni della plebe rurale (di Ferentino in particolare e della Ciociaria in generale) e non soltanto dal punto di vista della sua alimentazione quotidiana: "Il Circondario di Frosinone nella provincia di Roma. Disquisizioni storico-politiche-amministrative" di Achille Giorgi, stampato a Firenze nella tipografia della Gazzetta d'Italia nel 1881 e del quale fu pubblicato soltanto il primo volume.
Altri articoli...
- Dizionari dialettali dell’Italia centro-meridionale
- Un 'mistero' nell'atto di morte dell'abate Francesco Longano a Santopadre
- Il pellegrinaggio a Vallepietra nelle corrispondenze di Cesare Pascarella giornalista, viaggiatore e fotografo
- La rivista 'Storia e medicina popolare' in PDF
- Bonito: Zi’ Vicienzo Camuso trentacinque anni dopo…
- L’«accabadura»: storiografia di un geronticidio in Sardegna tra mito, ritualità, letteratura di viaggio e tradizione orale
- Gli ebrei a Ferentino e nel Lazio meridionale
- Disponibile 'Il tempo della Raja'