La rivista 'Storia e medicina popolare' in PDF
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- Pubblicato Domenica, 19 Maggio 2013 13:59
- Scritto da storiaetradizioni.it
A trent'anni dall'uscita del primo numero della rivista 'Storia e Medicina Popolare', storiaetradizioni.it pubblica l'intera raccolta in edizione digitale.
Con l'occasione si ripropone il primo articolo, dedicato alle finalità dell'omonimo Centro studi e alla situazione della ricerca demo-antropologica nei primi anni ottanta del secolo scorso.
«Gli studiosi di storia sono un
po' medici dell'anima. La storia
è piena di dolore: ed essi cercano
di consolare questo dolore
mostrando che era necessario...».
G. FALCO
Il Centro «Storia e Medicina Popolare» è un'associazione che si propone di raccogliere materiale di studio e svolgere ricerche nel campo della storia sociale e culturale, con particolare riferimento alla storia delle classi subalterne ed alla storia della medicina.
Il Centro è nato nel 1981 a Roma, su iniziativa di un gruppo di studiosi di diverse discipline. Il gruppo ha realizzato la Mostra Mal di Luna, dedicata alle malattie nervose e mentali nella società contadina italiana; oltre alla mostra sono state
svolte parallelamente alcune attività sullo stesso tema: un incontro tra storici, antropologi e medici presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma; un ciclo di proiezioni di films e documentari presso il cineclub Il Labirinto; la pubblicazione di un volume di vari saggi (Mal di Luna, Roma 1981) presso la casa editrice Newton Compton. La mostra, allestita presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, è stata riproposta in provincia di Roma e a Bari, presso la Biblioteca De Gemmis. Il Centro ha continuato ad occuparsi dell'argomento delle malattie nervose e mentali, partecipando con tre interventi al convegno L'Immagine della Follia (Napoli 4-5 giugno 1982) ed elaborando un progetto di ricerca delle terapie e delle interpretazioni culturali dell'epilessia, regione per regione.
Oltre a ciò è stato iniziato uno studio sulla storia della criminalità nell'Italia centro-meridionale nel periodo che va dalla fine del Medioevo alla seconda guerra mondiale, selezionando una serie di «campioni» storiografici e di fondi inediti d'archivio ed impostando un programma di ricerca intorno a nuclei problematici significativi. E' stata parallelamente avviata un'indagine, finanziata dal 3 M.P.I. (fondi 40%: Ricerche di Interesse Nazionale) d'intesa con l'Università di Torino, sulla malaria nell'Agro Pontino e nel Piemonte. E' stato avviato, inoltre, un lavoro di raccolta di dati e di studio sul lessico della medicina popolare italiana, diviso per regioni, coordinato e sostenuto dall'Università di Liegi, nel quadro del progetto THEOREMA. A tale progetto collaborano diverse équipes di studiosi europei per allestire un archivio lessicografico della storia della medicina occidentale.
Il Centro, con sede in Roma, ha un presidente, un vicepresidente, un segretario e un tesoriere eletti periodicamente. Dispone di una biblioteca specializzata e di un archivio fotografico e documentario in via di formazione. Nel corso dell'anno sono indetti incontri tra i membri e seminari di studio. La forma più comune di organizzazione è, comunque, il gruppo di studio composto di un numero ristretto di studiosi che intendono dedicarsi ad una particolare ricerca. Il gruppo, coordinato dal Centro, svolge in modo autonomo i lavori e presenta periodicamente i propri risultati ai membri del Centro.
Metodi di lavoro e finalità
Per la sua stessa natura, il Centro ha un orientamento decisamente interdisciplinare. La nostra attenzione si rivolge, infatti, ad una realtà che sarebbe incomprensibile senza il ricorso a metodologie e competenze diverse: il mondo ambiguo, oscuro e spesso trascurato della cultura popolare, il cosiddetto folklore, indagato nei suoi rapporti complessi con la storia, nella breve e nella lunga durata.
In un momento di grande crisi epistemologica, a cui corrisponde un notevole sviluppo delle più diverse forme di ricerca, il nostro atteggiamento non dovrebbe risultare arbitrario: è l'oggetto stesso dei nostri studi a richiedere una pluralità di punti di vista che dia conto della sua struttura articolata, sfaccettata, difficilmente circoscrivibile. Inoltre, l'epoca che attraversiamo, segnata com'è dal grande contrasto tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, determina nell'ambito della cultura popolare una serie di mutamenti radicali, di metamorfosi, di apparenti eclissi, che impongono, per poter essere percepite e descritte, un'analisi duttile e spregiudicata, che tenga presente contemporaneamente diverse angolazioni.
Il caso della medicina popolare è particolarmente emblematico delle difficoltà interpretative a cui accenniamo e come tale ci sembra privilegiato per le nostre ricerche: sgomenta ed ardita davanti alla sofferenza umana, la medicina popolare riceve stimoli, influssi ed ispirazioni da quella colta, ma a sua volta finisce con influenzare i modi ed i contenuti di quest'ultima. Al confine con molteplici esperienze di diversa e perfino contrastante natura, quali la magìa, la religione, la scienza empirica, la medicina popolare si sviluppa con una curva evolutiva autonoma' rispetto a quella della società, con ritmi propri, assorbendo o rielaborando il nuovo che riesce a raggiungerla e riformulando, o solo conservando, l'antico che ne costituisce l'essenza. Non è dunque un motivo di perplessità per lo studioso ritrovare in essa le più diverse componenti, rifuse nelle forme più impreviste; né la necessità di affrontare un argomento così composito e complesso con una metodologia aperta alle più diverse sollecitazioni, in grado di comprendere e di interpretare ogni sfumatura. In realtà tale esigenza si pone per tutto il cosmo della cultura popolare, di cui la medicina non è che un aspetto. La tradizione folklorica è un inesauribile deposito di mitologemi, di strutture elementari, di riti arcaici, di emozioni: nella sua storia che tanto spesso somiglia all'assenza di storia, ritroviamo, inattesi, miti perduti, immagini lontane, credenze, riflessioni, illusioni collettive, speranze, paure che non hanno più posto nella nostra cultura e nel nostro senso comune. In fondo, si potrebbe paragonare questa realtà incandescente e misteriosa della storia degli uomini alla parte oscura e inconscia che affiora nella storia di ogni uomo nel momento più improvviso e sconcertante: un universo inesplorato, ricco di senso e di vita, sepolto sotto il velo di una razionalità solo in apparenza organica e pacificata. Un mondo che torna a chiedere conto di sé, ogni volta che lo dimentichiamo, inquieto - per dirla con Freud - «come un'anima in pena».
Sensibili a questa «pena» della storia ci è sembrato naturale chinarci su di lei, coglierne il sospiro sommesso, il mormorìo segreto.
FABIO TRONCARELLI
GUGLIELMO LÜTZENKIRCHEN